Elisabetta Cervelli e Simona Cima |
A trent'anni, con un gruppo di amici, ha fondato Dada, una società nata per per vendere accessi a Internet e diventata presto un gigante quotato in borsa, uno dei pochi sopravissuti al boom della new economy.
Poi ha aperto a Firenze il primo caffè letterario, certamente della Toscana, ma forse in tutta Italia.
Oggi, 2 dicembre, Simona Cima insieme all'amica Elisabetta Cervelli, architetto, apre "Se", un'altra sfida al vecchio mondo del lavoro, un'attività talmente proiettata nel fututo che si sa come comincia ma non come prosegue.
"In questa nostra epoca aprire un'attività che non abbia delle incognite - dice Simona Cima - avrebbe scarsa possibilità di successo e scarso interesse".
L'idea è quella di un negozio.
I cui prodotti sono oggetti unici e irripetibili creati nel mondo dell'arte, della moda, del design, dell'artigianato.
Loro cercano, girano il mondo e propongono ("Vogliamo intercettare il bello, non la tendenza").
Il primo luogo in cui il negozio apre i battenti è ovviamente in Rete, dunque in quell'immenso centro commerciale che è ormai l'e-comerce.
Ma il debutto di questi esclusivi oggetti avverrà, oltre che nel web, anche in una delle case private messe a disposizione da soci o conoscenti.
A sorpresa, a inviti, non solo a Firenze ma ovunque ci sia l'occasione.
Ma la vera materia prima, sembra di capire, è la flessibilità con cui queste due quarantenni (mamme, casalinghe, lavoratrici, dunque donne multitasking come tutte) interpretano e avviano l'attività.
Pochi programmi, intanto, e una grande disponibilità a seguire il caso, le occasioni, l'istinto.
"Così come è stato casuale il nostro incontro - spiegano - così sarà il caso a farci incontrare gli oggetti, le cose, le persone".
Poi non chiamiamola vendita, meglio pensare a uno scambio: "La vendita pura e semplice ha sempre meno senso, bisogna sempre più immaginarla come le conseguenze di un rapporto, di un dare e avere, di un'incontro e di uno scambio".
E prepararsi fin dall'inizio e per sempre a sterzare e a cambiare rotta anche di 180 gradi se il naso porta in un'altra direzione.
Il coraggio di fare tuto questo in piena crisi?
"Non è coraggio - rispondono - è l'opposto. Proprio in un momento come questo bisogna sperimentare cose nuove. E' un'occasione unica".
Tratto da uno splendido articolo di Geraldina Fiechter, su La Nazione - martedì 29 novembre 2011
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